La nota catena di fast food americana ha deciso, dopo oltre vent’anni, di cambiare il proprio look e l’ha reso possibile grazie a un’importante operazione di rebranding. All’inizio del 2021 l’azienda ha infatti lanciato sui propri canali il nuovo logo che riprende graficamente molti elementi del passato: in linea con una rinnovata filosofia del brand stesso che punta su essenzialità e sull’importanza delle materie prime. Ma non è stato l’unico elemento innovativo. Analizziamolo assieme!
Cos’è il rebranding
Prima di definire il rebranding e quando lo si mette in atto, partiamo dalle basi: dalla definizione fondamentale di “brand”. Il brand di un’azienda è il marchio, formato da logo, slogan e immagini che vengono utilizzate come segno peculiare per distinguere e riconoscere la propria attività. Si tratta del fulcro da cui parte l’intera immagine coordinata aziendale e fare branding significa proprio lavorare sui suoi significati, fare in modo che il pubblico colga l’immagine e l’idea fondante del brand stesso.
Si parla quindi di rebranding quando si opta per un cambiamento strategico: è infatti un’importante azione di marketing che punta a rinnovare e riposizionare il brand precedente agendo su marchio e immagine aziendale. Può essere un procedimento graduale oppure totalmente rivoluzionario, in grado di creare un punto di rottura con il passato in vista di nuovi obiettivi. Le motivazioni che portano a lavorare sulla brand identity possono essere diverse, da un’espansione dell’azienda a un cambio nella mission, oppure legate al cambiamento del segmento principale di pubblico o, ancora, per focalizzarsi maggiormente sul messaggio da trasmettere. Abbiamo assistito spesso a operazioni di questo tipo, e Burger King è solo l’ultimo di una lunga e importante serie: Google, ad esempio, ha cambiato più volte negli anni il proprio brand, così come McDonald’s, Apple e Audi.
Burger King: non cambia solo il logo
La catena è nata negli anni 50 e da allora si è affermata sul mercato della ristorazione fast food, grazie anche al suo famoso panino Whopper. Solo nel 1969 l’azienda si è dotata di un logo ben riconoscibile tra i consumatori, formato dalla scritta in rosso racchiusa dentro un panino-hamburger. Da allora è stato rivisitato più volte con opere di restyling, fino ad arrivare alla versione disponibile fino a poco tempo fa, quella del 1999, caratterizzata da un semicerchio blu e colori più accesi.
Il cambio di direzione inaugurato quest’anno vede un ritorno alla grafica originale ma con delle particolarità: il logo che è stato scelto risulta minimal, senza l’anello blu che circondava gli elementi essenziali e con la scritta al centro realizzata con un font del tutto nuovo, semplice e arrotondato. I colori, più genuini e meno accesi, rimandano ai prodotti e al patrimonio del brand stesso come un vero e proprio “ritorno alle origini”. L’intenzione è stata quella di voler sottolineare non più la rapidità del servizio, che contraddistingue i fast food, ma il prodotto e la sua qualità proseguendo l’indirizzo della campagna già avviata nel 2020 e focalizzata sulla rimozione dei conservanti e puntando su una maggiore sostenibilità. Anche le divise dei dipendenti hanno subito delle modifiche, così come il packaging, divenuto più essenziale ma arricchito da frasi e parole divertenti e una gamma di colori che comprende sempre di più il verde (che rimanda al concetto di green, alla verdura in generale e ad altri prodotti naturali).
Burger King, cliente di Spada Media Group per campagne pubblicitarie OOH (Out Of Home) in Milano, cerca dunque di stare al passo con le nuove tendenze sottolineando la sua attenzione nei confronti delle materie prime, delle persone e dell’ambiente.