Nata negli Stati Uniti ad aprile 2020, Clubhouse è un’App basata su contenuti in cui è la voce ad essere protagonista: gli scambi e le discussioni su temi avvengono solo ed esclusivamente a voce all’interno di stanze tematiche, coinvolgendo un numero di persone variabile a seconda dell’interesse verso il tema trattato e del numero di follower di chi realizza la stanza. A differenza di Facebook, Instagram e Twitter, utilizzati dagli utenti in rapidissimi intervalli, Clubhouse si caratterizza per una diversa modalità di consumo, basata sull’ascolto e sull’interesse, con ritmi inevitabilmente molto più lenti che ricordano maggiormente quelli di un podcast più che un post social.
I fattori di successo della piattaforma si possono ricondurre a tre elementi chiave:
- Il potenziale legato all’utilizzo della voce
- La facilità di riproduzione
- L’autenticità dei contenuti
Al momento l’app è fruibile solo da iPhone, Clubhouse ha annunciato lo sviluppo per utenti Android e sta inoltre lavorando a una nuova versione dell’applicazione con funzionalità di accessibilità per i non vedenti.
Clubhouse: come iscriversi, tipologie di stanze e utenti
A differenza degli altri social in cui basta scaricare l’app e iscriversi, per accedere a Clubhouse è necessario ricevere un invito da parte di chi già utilizza la piattaforma. Una volta ricevuto si può accedere e settare il profilo aggiungendo una foto personale, un nome ufficiale e una bio.
La vera differenza rispetto alle altre realtà social la fanno le stanze di discussione, sezioni più o meno tematizzate create dagli utenti. Per creare una stanza basta scegliere le persone da invitare ed eventualmente l’argomento. E’ possibile anche crearle per appuntamenti futuri, indicando giorno e ora.
Esistono 4 tipi di stanze:
- Le room “Open” sono le più frequenti, accessibili a chiunque abbia modo di entrarvi, sia che segua chi l’ha creata sia chi tra i suoi contatti segue lo speaker.
- Le room “Social” sono invece stanze circoscritte alle persone che si seguono a vicenda.
- Le room “Closed” sono finalizzate alla creazione di un ambiente in cui chi crea la stanza scelga di invitare solo le persone che voglia far partecipare.
- Il Club, all’interno del quale è possibile parlare con tutti i componenti che ne fanno parte.
Dopo aver individuato una stanza interessante si può cliccare sopra ed entrare come uditori. All’ingresso il microfono è spento e si possono ascoltare le conversazioni in corso, come se fosse un podcast. La stanza ha una sua gerarchia, riprodotta visivamente: in alto compariranno le persone che hanno parola e nella seconda sezione tutti quelli che ascoltano. Nello specifico 3 tipologie di persone:
- I Moderatori, caratterizzati da un simbolo circolare verde, sono coloro che possono decidere chi può parlare e il tipo di stanza;
- Gli Speaker, chi ha diritto di parola ed è posizionato nella parte alta della room assieme ai moderatori;
- Gli Ascoltatori, chi decide semplicemente di ascoltare.
Se un uditore vuole parlare, può cliccare il simbolo con la manina in basso a destra e i moderatori potranno decidere se far avere la parola o meno, invitando a parlare con l’invio di una notifica.
Con il tasto “Leave quietly” si può uscire senza dar fastidio.
Alcuni dati sull’utilizzo di Clubhouse
Anche se al momento il mercato principale per Clubhouse resta quello degli USA, l’Italia risulta il Paese più attivo sulla nuova piattaforma (fonte Wired.it – marzo 2021). Secondo un articolo del 23 marzo 2021 di socialfactor.it, gli italiani amano il nuovo social e i numeri stimano più di 330.000 utenti attivi su room rigorosamente Made In Italy, popolate e animate per (quasi) 24 ore al giorno. Secondo le statistiche di Google Trends, a partire da febbraio 2021 la Lombardia si è posizionata tra le regioni per maggior numero di utenti, soprattutto nell’area di Milano: i primi a essersi interessati a questo social, infatti, sono stati i marketer residenti nel capoluogo lombardo, che nei primi giorni di boom dell’applicazione in Italia hanno avuto il monopolio delle room in lingua italiana.
Tuttavia, dopo le notizie incredibili di inizio 2021, i trend di ricerca relativi a Clubhouse sono rientrati nella norma. Il nuovo risultato di Google Trends di aprile 2021 infatti evidenzia un calo dovuto alla fine della novità e ad alcuni problemi quali la questione relativa al trattamento dei dati personali, l’esclusiva (per ora) fruizione da Iphone, la necessità di seguire sempre in diretta, limitando molto la portata e le potenzialità delle stanze, e l’assenza di verifiche sui contenuti.

Branding su Clubhouse: una nuova opportunità per le aziende
Sono sempre di più le aziende che stanno iniziando ad affacciarsi su questa piattaforma provando a sfruttare le sue potenzialità per aumentare la propria visibilità online e per la promozione di propri prodotti e servizi. Clubhouse incarna perfettamente le attuali tendenze del content marketing: fornisce ai brand l’opportunità di condividere la propria storia e di connettersi con i clienti, ottenendo feedback sui prodotti e generando consapevolezza.
L’influencer marketing risulta essere una delle principali sfide su Clubhouse: sulla piattaforma è essenziale essere riconosciuti come particolarmente competenti su una specifica tematica, per questo motivo i contenuti più leggeri e d’intrattenimento da soli non bastano più. Inoltre, frequentare stanze virtuali per chat vocali significa escludere completamente dall’interazione l’immagine e tutte le strategie di attrazione di follower sviluppate tramite visual e video.
Attualmente la piattaforma è gratuita e non sono previsti piani specifici di advertising, né un piano premium per gli utenti. Tuttavia, prima di aprire un profilo Clubhouse è bene prendere in considerazioni una serie di fattori e affidarsi a professionisti che conoscano bene il mezzo, le sue funzionalità e i suoi meccanismi interni. Non bisogna infatti dimenticare che l’esposizione online genera conseguenze, più o meno importanti, per questo motivo, anche su questa piattaforma è necessario seguire regole di comunicazione ben definite e delineate da professionisti del settore.
Alcune case history di brand su Clubhouse
Burger King è la prima multinazionale ad aver aperto la conversazione con i suoi fan e clienti attraverso la stanza dedicata “Open Kitchen”, che ha permesso ai consumatori e ai professionisti del marketing di chiacchierare con i vertici di Burger King. La “Cucina Aperta” è diventata così un’opportunità per i marchi RBI per rafforzare la propria attività e la propria presenza sui canali digitali.
Peroni ha realizzato il primo branded content ufficiale su Clubhouse, con un appuntamento dedicato agli innamorati, non solo della birra, proprio il 14 febbraio. L’obiettivo era quello di creare intimità e una relazione emozionale con la propria audience. Il progetto ha dato vita ad un aperitivo digitale, una stanza tematica per celebrare l’amore dal punto di vista della creatività e del marketing. Si è trattato di una vera e propria iniziativa di marketing, un evento programmato e strutturato in più giornate durante le quali Peroni ha instaurato un dialogo diretto e senza filtri con i suoi brand lover e con esperti del settore, in occasione del lancio della campagna #PeroniXsempre.
Il brand Consorzio Parmigiano Reggiano è stato ospite su “I persuasori occulti”, la stanza aperta da Paolo Iabichino e Giovanni Boccia Artieri, per mettersi in ascolto con un pubblico sensibile e preparato, a cui è stato chiesto il perché del consigliare e consumare il loro prodotto.
Pescaria, il format di ristorazione nato a Polignano a Mare e presente in tutta Italia, ha deciso di affrontare il servizio puntando sulla conversazione organizzando un “aperitivo di pesce” sulla piattaforma. Nella prima domenica di febbraio Pescaria ha aperto la sua stanza, replicando anche nel giorno d’inaugurazione del suo ottavo locale a Napoli, ospitando i clienti in uno spazio dove poter mettere in relazione diretta i consumatori con il brand.
L’aspetto relazionale molto umano che si instaura tra brand e utenti è stato uno dei fattori riscontrati a seguito dell’esperienza sulla piattaforma, ed è sicuramente un elemento a favore di Clubhouse. Tuttavia rimangono da chiarire alcuni aspetti relativi alla privacy e al public speaking policy, motivo per il quale molti brand si stanno muovendo con prudenza e hanno deciso di affidarsi a professionisti che conoscano bene il mezzo, le sue funzionalità e i suoi meccanismi interni.